Crotone, città gioiello del Mediterraneo

Scritto da Carmen Mancarella on . Postato in News2

b_350_200_16777215_00_images_crot-corona-perfetta.jpg

Spiagge rosso corallo, mare dalle mille sfumature di blu, un porto turistico, proteso sul Mediterraneo, capace di accogliere yacht e barche a vela d’altura. Venti amati da tutti i velisti del mondo ed un’eccellente arte orafa, simbolo della creatività e dello stile italiano che piace nel mondo. Crotone è una città gioiello protesa sul Mediterraneo.

“Qui troverete accoglienza e sapori d’altri tempi”, promette il sindaco Ugo Pugliese. “La mia città emoziona, accoglie, sorprende. Se verrete a conoscerla ci lascerete il cuore”.

Provare per credere.

Il nostro viaggio inizia dal pezzo forte: il Tempio di Hera Lacinia. Proteso sul Mediterraneo, si ergeva sulla piana di Capo Colonna, la punta Sud del Golfo di Crotone e guardava idealmente il tempio di Apollo sull’altra punta (nord) del Golfo. Tutto di marmo bianco, riluceva sotto i raggi del sole e della luna piena. Rappresentava un faro per le genti che navigavano sul Mediterraneo, ma era anche un potente messaggio: “Sbarcate pure qui: siamo un approdo sicuro e vi potrete rifornire di cibo e acqua. Siamo genti timorose degli Dei e potrete fare i vostri affari al sicuro, sotto il segno di una religione comune”. Il tempio era infatti anche un importante emporio commerciale proteso sul Mediterraneo, come nel Salento adriatico, la bella Castro, dove sbarcò Enea e Roca Vecchia, definita la Troia dell’Occidente, dove si chiudevano accordi commerciali e assieme ai vasi, ci si scambiavano incontri e culture.

Anche 700 anni prima della nascita di Cristo, la piana di Crotone era così bella che i Greci la scelsero per fondare la potente colonia di Kroton. La scelse anche Pitagora, il grande matematico che nel 530 a. Cr.  fece fiorire la sua scuola filosofica all’ombra del tempio.

Già il tempio: è rimasta solo una colonna in stile dorico. Le altre sono state utilizzate nel ‘500 per costruire il Duomo della città. Ma il sito archeologico resta ancora avvolto dal mistero. Le campagne di scavo, condotte nel passato, hanno portato alla luce solo una minima parte di quello che dorme sepolto ancora oggi sotto la terra.

“Presto tutta l’area archeologica sarà valorizzata grazie al progetto Antica Kroton”, dice il sindaco. “Condurremo nuove campagne di scavo e ricorreremo alle più moderne tecniche di comunicazione, anche attraverso la realtà aumentata, per far riviere tutta la magia dell’Antica Kroton”.

Ma qualcosa di grande e di incomparabile bellezza gli scavi condotti nel passato l’hanno portata già alla luce: è la corona di Hera Lacinia, che, da sola merita un viaggio. Tutta in oro massiccio con foglioline d’oro incastonate, cingeva il capo della Dea, segno che Crotone era una città ricca e importante. La si può ammirare nel Museo archeologico nazionale, in città. E’ da questa corona che trae spunto l’eccellente arte orafa che contraddistingue la città di Crotone, eccellenza tutta italiana, e che la fa primeggiare nel mondo.

Si starebbe per ore a guardare la corona di Hera come le famose sirene di Crotone. Ci si aspetterebbe di trovare statuine dal volto di donna e la coda di pesce: invece sono uccelli alati dal volto di donna che simboleggiano, per la scuola pitagorica, l’armonia cosmica, quindi accompagnavano il defunto verso il nuovo viaggio.

Accanto al museo si erge l’imponente castello, voluto dall’imperatore Carlo V e firmato dal suo architetto militare, il salentino, Gian Giacomo dell’Acaya che progettò anche il castello Carlo V di Lecce, la sua dimora, città ideale del Rinascimento, ad Acaya e il castello Sant’Elmo di Napoli.

Al potente imperatore, il cui regno era così vasto, che non vi tramontava mai il sole, si deve anche la costruzione della Torre di Guardia del XVI secolo, che si erge accanto al Santuario dedicato alla Vergine vicino al tempio. E’ il rito della Dea Madre che si rinnova nel tempo: Hera Lacinia nell’Antichità, la Madonna con l’avvento del Cristianesimo. A Lei Crotone dedica una sentita processione l’ultimo week end di maggio che arriva a catalizzare fino a 50mila persone in una notte, venute da ogni parte della Calabria. Si cammina a piedi tra il sabato e la domenica, seguendo l’effige della Madonna, per essere poi avvolti dalla luce dell’alba: il sole che sorge sul mare!

Lasciamo Capo Colonna ed entriamo nel centro storico: tra un dedalo di viuzze si aprono piazzette e balconi fioriti. Tra case nobiliari e piccoli casette contadine di pietra rossa arriviamo in una delle più antiche librerie dl’Italia. Ha 118 anni ma non li dimostra, la libreria Cerelli sempre attiva nel rinnovare i linguaggi della cultura, con presentazione di libri accompagnate da musica jazz e atri generi musicali.

Qui batte il cuore pulsante della città che pensa e che si racconta.

Batte forte il cuore anche nel mercatino quotidiano, in pieno centro, dove si incontrano i sapori più veraci della terra e del mare. Ambasciatore di Crotone è la Sardella, pesciolini avvolti nella crema di peperoncino piccante, così pregiata da essere definita il Caviale calabrese. Poi pesce freschissimo del mare di Crotone e i prodotti calabresi: i salumi ancora lavorati con metodo artigianale, i formaggi e le caratteristiche cipolle rosse di Tropea.

Ma il richiamo del mare è troppo forte. Per restare letteralmente incantati dai suoi colori, la tappa obbligata è la spiaggia di Marinella a Sud di Crotone: sottile ghiaia rossa e grigia che dà al mare mille sfumature di rosso combinate con il suo naturale azzurro turchese, che diventa accecante nella Baia degli Dei, un’immensa spiaggia bianca dalla sabbia finissima a Nord di Crotone.

Ma sapete qual è l’esperienza più bella che ho fatto a Crotone?

Scoprire la città accompagnata dai suoi abitanti: Noemi Naso, Stefano Liotti e Christian Palmieri mi hanno guidata per le vie di Crotone e ci abbiamo messo un’ora (lo giuro) per percorrere meno di 500 metri, esattamente la distanza che separa piazza Pitagora dal Museo archeologico nazionale. Questo perché in perfetto stile Sud tutti gli abitanti di Crotone fermavano e volevano stringere la mano di Noemi, Stefano e Christian, anche un po’ incuriositi dalla mia presenza. Si abbracciavano, chiacchieravano. Perché il tempo non conta dinanzi al piacere di guardarsi negli occhi e scambiarsi un sorriso. Valori forti ed emozioni uniche. In una parola Crotone.

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna