Dal Castello di Monopoli all’anima di Mirò

Scritto da Chiara Sorino on . Postato in News2

b_350_200_16777215_00_images_mostra_Miro.jpg

Chissà cosa avrebbe pensato l’artista catalano della fisicità del Castello di Carlo V a Monopoli, turistica cittadina barese, come cornice alle sue opere! Mirò, infatti, sosteneva che i suoi segni intendessero “risvegliare dapprima una sensazione fisica, per poi arrivare all’anima”.

E di certo è riuscito a giungere al cuore di pugliesi e turisti che, all’incirca in 20.000, si sono recati a visitare l’esposizione appena conclusasi a Monopoli, “Joan Miró. Opere Grafiche 1948-1974”: circa 95 opere appartenenti a ben quattro serie complete dell’artista.

In dettaglio, le serie in mostra sono state: Parler Seul (1948-50), Ubu Roi (1966), Le Lézard aux Plumes d’Or (1971) e Les Pénalités de l'Enfer ou les Nouvelles-Hebrides (1974). Quattro fondamentali cicli incisori, quindi confluiti in altrettanti livre d’artiste. Quattro pagine che raccontano il sogno poetico di Mirò, oltre il dadaismo e il surrealismo.

La personale - promossa dal comune di Monopoli e organizzata dalla società “Sistema Museo” – mostra la “baraonda cromatica” dei segni che incantano lo spettatore, insieme alla particolarità della litografia, di cui Mirò sperimentò le potenzialità, nell’ambito della sua mai sopita ricerca di tecniche e materiali. Una celebrazione dell’artista – litografo, con un approccio antimimetico ad un testo appositamente non esposto, per focalizzare l’attenzione del visitatore sul repertorio delle forme espressive di Mirò.

Un allestimento trasognato che ha dato spazio e cornice ai segni d’artista, quasi squarciando e innovando le tradizionali stanze del Castello di Carlo V che, da marzo sino alla conclusione della mostra, si è vestito di un cuore surreale ed affascinante.

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna