Sì, viaggiare

Scritto da Eduardo Cagnazzi on . Postato in Libri

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Qual è la relazione tra turismo e vita sociale? Quali valori promuove il turismo e qual è l’impulso sull’ambiente e sull’occupazione? Specie nel campo dell’accoglienza e dei trasporti?  E cosa pretende il turista moderno? A queste domande risponde Alberto Alovisi, giornalista, già commissario di bordo nonchè presidente dei direttori d’albergo della Campania, con “Sì, viaggiare. Il turismo come opportunità di crescita”, un saggio sulla sociologia del turismo e la sua sostenibilità. Se “il turismo è la chiave della crescita del Paese”, l’Italia deve mostrarsi pronta a governare questo fenomeno. Come? Moltiplicando l’offerta nell’ottica della qualità e della compatibilità e promuovendo un alto target. Che significa valorizzare i borghi abbandonati, le ferrovie storiche, gli antichi cammini, i percorsi a due ruote. Fino ad entrare in contatto con la gente. “L’interesse del turista moderno non è quello di intromettersi nelle questioni della comunità, ma più in generale della conoscenza della cultura e delle tradizioni, di fruire di tutte le risorse presenti sul territorio, di soddisfare nel migliore dei modi possibili le esigenze personali che si manifesteranno durante il soggiorno. Perchè -dice Alovisi- vuole lasciarsi alle spalle i problemi di tutti i giorni, spezzare la routine della vita quotidiana, dedicare più tempo possibile alla propria persona dagli obblighi sociali”. E’ proprio quest’ultima dimensione, secondo l’autore, che affascina gli individui e caratterizza più di tutti il fenomeno e quindi il rapporto turista/ popolazione ospitante. Da qui l’esigenza di rendere più stretto tale rapporto attraverso l’integrazione delle diverse culture e regole, “cogliendone i meccanismi di vicinanza, della somiglianza e della diversità”. In poche parole, di non far pesare al viaggiatore la condizione di forestiero. Alovisi coglie anche l’occasione per rilevare lo stretto rapporto tra turismo e mobilità, non tralasciando di soffermarsi anche sugli aspetti negativi che un turismo di massa può comportare su aree che andrebbero meglio salvaguardate in mancanza di servizi adeguati. Un esempio è dato dall’isola di Capri e da altre isole minori del Mediterraneo i cui amministratori hanno da sempre richiesto una razionalizzazione degli approdi per evitare caos e congestionamenti intollerabili, difendendone con intelligenza la fruibilità dei luoghi. Infine, l’impulso del turismo sull’occupazione. Quanto più le ricadute economiche sono positive -sottolinea Alovisi- tanto più occorre investire sull’accoglienza e sui servizi primari. Che non sono soltanto alberghi, campeggi e case-vacanza, ma anche esercizi pubblici, parchi di divertimento, stabilimenti balneari e termali, tanto per citarne alcuni. Del resto, l’impulso dato dal settore all’economia italiana negli ultimi anni si evince da un dato significativo: il valore aggiunto del comparto ricettivo alberghiero ed extralberghiero è cresciuto quattro volte quello dell’economia nel suo complesso, 6,8% contro l’1,6%.

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