Produzione biodinamica: conosciamola meglio

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Un metodo secondo natura

Biodinamica ha il significato di amore per il territorio e per l’ambiente, secondo il rispetto degli equilibri naturali. La produzione di vini secondo il metodo biodinamico implica l’assenza di prodotti chimici (in particolare l’anidiride solforosa, utilizzata in fase di imbottigliamento) e additivi o coadiuvanti, ma non solo.

E’ un abito mentale che mira a perfezionare la tradizione, dalla raccolta a mano dei grappoli al limitato utilizzo di mezzi meccanici, durante tutto il processo di vinificazione.

Sistemi di lotta integrata che corrispondono all’acquisto consapevole da parte di consumatori attenti e vocati alla genuinità dei prodotti bio, magari in vigneti – giardino che abbiano come finalità quella di esaltare la tipicità delle uve e produrre, di conseguenza, vini che ne riproducano del tutto le caratteristiche naturali.

Giova ricordare, poi, come le cantine più all’avanguardia dal punto di vista biodinamico siano anche autosufficienti dal punto di vista energetico, con l’ambizione, in taluni casi, di divenire un museo – laboratorio aperto al pubblico e soprattutto ai più giovani.

Sapori autentici, profumi intensi e, soprattutto, diffusine della cultura del vino e dei territori più nascosti.

 

La redazione

 

Vini ecologici: un sorso di sostenibilità ambientale

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Biologica o biodinamica?

Viticoltura biodinamica implica una concezione del tutto spirituale e filosofica della pratica agricola, mentre la coltura biologica si fonda su principi di natura strettamente tecnico-scientifica, normati dal recente regolamento europeo n. 203 dell’8 marzo 2012.

In tal modo, l’UE ha fissato i criteri da rispettare in vigna e cantina, affinché un vino possa essere certificato come biologico, con un marchio riconosciuto a livello europeo.

Individua, quindi, per ogni fase del processo di produzione del vino, i prodotti che possono essere utilizzati e le sostanze che possono essere aggiunte. Precisa anche le tecniche di coltivazione e vinificazione consentite.

In particolare, le uve “biologiche” sono tali se coltivate senza utilizzo di sostanze chimiche di sintesicome concimi, diserbanti, e pesticidi in genere e senza l’impiego diorganismi geneticamente modificati OGM. In cantina, invece, è disciplinato il contenuto massimo di solfiti, diverso per i vini bianchi e rosati (150 mg/l) e rossi (100 mg/l).

Il controllo della componente ambientale è sempre fondamentale, ma non si limita alla riduzione degli impatti derivanti dall’utilizzo in vigna e in cantina di prodotti pericolosi e dall’implementazione di specifiche tecniche agronomiche. Si estende altresì anche ad altri aspetti, quali il consumo di risorse (materiali, acqua, energia), l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, il controllo e la riduzione delle emissioni di CO2 e la gestione sostenibile dei rifiuti. Quest’ultima in una scala di priorità che prevede la minimizzazione della produzione di scarti in primis, seguita, nell’ordine, dariuso, riciclo e recuperoenergetico degli stessi.

Nella realtà più virtuose, tali aspetti sono monitorati in tutti i processi coinvolti della filiera, anche quelli generalmente non controllati direttamente dall’azienda, come, ad esempio, la produzione e trasporto di packaging o la fase di distribuzione.

La scelta di implementare strategie eco sostenibili ha origine anche dal fatto di voler rispondere a delle precise richieste di mercato, con il consumatore che spinge sempre più versoprodotti responsabilianche nei confronti dell’ambiente. I prodotti biologici, dunque, non sono solamente una nicchia, ma divengono sempre più di largo uso e consumo.

Valore economico e sostenibilità ambientale: due valori da coniugare per le aziende che guardano al futuro, proponendo un’etica di impresa da emulare e imitare.

La redazione

Food & Book dal 10 al 12 ottobre

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Il festival dei libri e della cultura gastronomica

La seconda edizione di Food&Book - Festival del libro e della cultura gastronomica in programma a Montecatini Terme da venerdì 10 a domenica 12 ottobre - si articola su oltre 100 eventi tra presentazioni di libri, showcooking, cene e pranzi con gli chef, cene con gli scrittori, cena ispirata ai menù storici della Regia Marina, Villaggio Food&Book Junior, visite guidate, challenge fotografico su Instagram e Bookasface, Premio FoodCult, Premio per la migliore vetrina.

Un centinaio i protagonisti di Food&Book, tra cui: Carmine Abate, Olga Agostini, Lara Balleri, Silvia Baracchi, Giorgio Barchiesi alias Giorgione, Bruno Bassetto, Rossano Boscolo, Cristina Bowerman, Errico Buonanno, Sandro Capitani, Francesco Carofiglio, Riccardo Casiraghi, Daniele Cernilli, Carmelo Chiaramonte, Anna Chiavazzo, Alessandro Circiello, Renato Collodoro, Alfonso Crisci, Giovanni Criscione, Arcangelo Dandini, Velia De Angelis, Angelo De Valeri, Fede&Tinto, Francesco Favorito, Roberto Finzi, Andrea Gamannossi, Mauro Lubrani, Mario Liberto, Andy Luotto, Domenico Maggiore, Alessandro Marzo Magno, Gino Manfredi, Aurora Mazzucchelli, Claudio Mollo, Alessandra Moneti, Patrizia Novello, Stefano Paleari, Gianni Peresson, Nicola Perullo, Fabio Picchi, Graziella Picchi, Valeria Piccini, Alessandro Pini, Juri Piceni, Pierantonio Pirozzi, Franco Poggianti, Gianni Rizzotti, Sandro Sangiorgi, Luciano Sbraga, Anna Scafuri, Cinzia Tani, Corrado Tenace, Annamaria Tossani, Laura Travaini, Lucilla Ubertalli, Luisa Valazza, Davide Valsecchi, Andrea Vitali.

 

La redazione